03/05/2023 – Gitafuoriporta: in Romagna
Da quando conosco Dario il mio -diffidente- rapporto col mare si risolve perlopiù in Versilia (in casa ormai chiamata “West Coast”), ma la Romagna è pur sempre stata teatro di buona parte delle mie vacanze estive da adolescente (ciao mitico Camping Adria di Riccione!) e di qualche scappata da più grande, per cui ci torno sempre volentieri.
Lo scorso weekend abbiamo quindi fatto una mini trasferta tra Cervia e Milano Marittima.
Il riassunto su taccuino
Questo è successo in due giorni:
1- Il Festival Degli Aquiloni
L’occasione ufficiale per giustificare la gitarella era il Festival degli aquiloni Artevento, una manifestazione in riva al mare piena di vita, colori, oggetti svolazzanti dalle forme incredibili e fantasiose, meraviglia per adulti e bambini…
…Magari col sole, la prossima volta.
Mia insofferenza a parte, la spiaggia era piena di persone appassionate di aggeggi volanti o semplicemente curiose, come noi. Abbiamo girato volentieri tra le varie installazioni, guardando aquiloni e maniche a vento alzarsi in aria e affollare in poco tempo il cielo della spiaggia di Cervia.
(Ho anche fatto qualche video, ma evito di postarlo perché il grigiore del cielo non rende assolutamente giustizia.)
2- La pausa pranzo
Oltre a tutti i vari ristoranti seminati in ogni dove, per le strade di Cervia e Milano Marittima è facile incontrare chioschetti dipinti a righe rosse e bianche o bianche e azzurre: servono piadine e crescioni, tutti quelli che ho incrociato avevano la possibilità di fare piadine senza strutto nell’impasto e in molti casi c’erano proprio opzioni vegetariane già predisposte per il ripieno.
E anche dalla Romagna sono tornata a pancia piena!
3- La spiaggia, la mattina seguente
Il giorno dopo super sole, naturalmente. Ne abbiamo approfittato per andare alla spiaggetta del porto turistico, dove a quanto pare stava partendo una qualche squadra di vela che mi sono divertita a studiare e disegnare.
4- La Casa delle Farfalle
Il motivo vero della gita: portare ME alla Casa delle farfalle, un posto che ospita diverse specie di lepidotteri in tutte le fasi della loro vita (bruchi, crisalidi, farfalle), volatili (ho visto un paio di cocoriti e una tortora diamantina, minuscola e adorabile), rettili in teche e pesci nel laghetto artificiale.
La particolarità della serra è quella di avere sentierini sui quali si può camminare liberamente -con il dovuto rispetto- e lasciarsi circondare da farfalle dai colori incredibili che svolazzano e si fanno la loro vita (e a volte si posano pure addosso: la camicia a tema “toreri e corrida” di Dario era gettonatissima). Temperatura e umidità di tutto l’ambiente sono calibrate per replicare l’habitat naturale questi animali (significa che fa caldissimo ed è umidissimo) e pure la vegetazione è selezionata per avere la giusta compatibilità.
Sono riuscita a fare il ritratto a un paio delle farfalle adocchiate in giro, si possono vedere nella doppia pagina postata più su e sono i disegni che ho definito meglio.
I successivi sono appena accennati perché la percezione del clima diventa più pesante via via che la permanenza all’interno del capannone si allunga.
Li ho tracciati con la matita multicolor, giusto il tempo di fermare vagamente forma e disegni delle ali delle farfalle prima che volassero via (aggraziate e perfettamente a loro agio, a differenza di me, sudata, arrancante e iperventilante), e poi a casa ho riempito gli spazi vuoti con l’acquerello.
Sketchare in giro
Come al solito ho disegnato sul posto e sul momento, aggiungendo solo qualche dettaglio e colore a posteriori: un compromesso che ho introdotto volentieri nel mio rapporto col disegno dal vero, visto che non viaggio da sola e non è giusto chiedere ad altre persone di aspettarmi.
Negli anni ho imparato a ottimizzare il tempo a disposizione del disegno durante i vari viaggi e viaggetti.
Come prima cosa, cerco di scegliere momenti di relax dove ognuno si gode il luogo come meglio crede; poi, valuto il tempo a disposizione e decido se disegnare direttamente a penna o fare uno sketch preliminare a matita (opzione utile nel caso in cui ci sia davvero poco tempo e spesso lo sketch a matita è l’unica cosa che rimane del disegno fatto); se intravedo una situazione che potrei voler disegnare, mi preparo tenendo il taccuino sotto al braccio, le penne più utili nelle tasche delle giacche o dei jeans (così sono facilmente raggiungibili) e gli acquerelli in mano o, se ho ancora spazio addosso, in un’altra tasca. Come pennello uso il Pentel Brush con serbatoio di acqua, il quale mi permette di non perdere tempo dietro a barattoli e pennelli.
Il super segreto finale da ciabattona quale sono: in queste occasioni indosso deliberatamente pantaloni neri così, in caso di necessità, posso pulire il pennello direttamente lì sopra ed evito di trafficare con fazzoletti e fazzolettini.
Nelle occasioni migliori però i kleenex in borsetta aiutano…!