Perché uno pensa che questo mestiere sia tutto rose e fiori e “sono un’artista faccio quello che mi pare quando mi va” e invece, complice la vita e le sue spese, è un mestiere esattamente come gli altri.
Serve cioè a pagare cose, oltre che ad appagare il nostro senso di astrazione e dare una forma alla maniacale ricerca di comunicare la nostra visione della vita.
Sto smettendo di litigare con questo dualismo, sto imparando a separare il mestiere dalla necessità creativa.
Nel frattempo cerco di non lasciare più indietro le tasse e imposte dovute, mannaggiammé.