Esperienza madeleine throwback to più o meno 2000, grazie al potere di un paio di fanghe nuove.
(Non so se qualcuno a Bologna, con meno della mia età, ancora usi la parola “fanghe” per definire le scarpe. Io la uso soprattutto in riferimento alle sneakers, soprattutto se nuove, ma forse perché la parola veniva tirata fuori proprio in quelle occasioni, per enfatizzare la novità).

A quel tempo avevo le Gazelle grigie, le mie prime sneakers, e cazzarola quanto erano scomode e dure, ci ho messo mesi per ammorbidirle. Le portavo con dei jeans Levi’s tutti smangiucchiati in fondo, dalla gamba dritta ma di qualche taglia in più.
Poi sono passata al binomio Puma rosse e altro paio di Levi’s, un po’ più a campana, che ho tuttora nell’armadio e qualche volta ancora metto: di recente ho dovuto però fare un intervento di ricamo sul retro, perché li ho così strausati che si sono tutti consumati (ma lo strappo sul ginocchio, dovuto anche quello all’utilizzo reiterato nel tempo, l’ho lasciato).

Operazioni di recupero dello strappo: fase 1
Fase avanzata con schema colori e groviglio di fili
Fase finale: carosello su Instagram con il risultato! (clic sull'immagine per andare al post)

Comunque, per quanto ami questi jeans al punto da mettermi lì e ricamare diversi rattoppi (e io non sono esattamente capace di ricamare), ammetto che rientrino proprio della tipologia citata nel breve fumetto: così lunghi da strusciare per terra, e infatti hanno ancora tutto il bordo inferiore consumato nel retro.
Di recente ho scoperto che la suddetta tipologia ha un nome ben preciso (e figuriamoci): Puddle Pants(Puddle = pozzanghera, Pants = pantaloni),  perché vi lascio immaginare cosa succede quando piove ai pantaloni che strusciano in terra.

E insomma, sono tornati.
E io li metto pure, ma adesso col cazzo che li faccio strusciare per terra. 

 

 PS: ciao mamma come sempre scusa se ti cito cosa ci vogliamo fare va così.

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